Salve, sono il signor Robinson, Edward Robinson. Fabbrico Cappelli – Scarpe – Ombrelli e viaggio in ogni angolo della terra per venderli. Mi capita di andare in posti dove gli altri di solito non vanno mai. Porto sempre con me un quaderno, che è il mio diario di viaggio, e tanta voglia di camminare.
 
Un giorno arrivai nella Terra del Fuoco. Mentre mi avvicinavo cominciai a sudare come mai avevo fatto prima. Dovevo bere in continuazione e gettarmi acqua addosso. All’inizio mi bruciacchiai un pochino, poi il corpo si abituò e il fuoco non mi dava più fastidio. Sedevo sulle sedie di fiamme e dormivo su un letto di fuoco. Le automobili lì vanno ad acqua e non a benzina, perché questa brucia prima di finire nei serbatoi.
 
Dopo giorni di cammino arrivai nel paese chiamato Casa del Diavolo. In un piccolo appartamento di un condominio popolare abita il Diavolo. Risiede lì da quasi 50 anni. I turisti da tutto il mondo vengono a fargli visita. Gli scattano foto quando lo vedono e lo circondano per chiedergli l’autografo. Non può mai andare in santa pace a fare la spesa, a prendere un giornale in edicola o bersi un caffè al bar che subito qualcuno lo importuna. Gli fanno sempre tante domande. Qualcuno lo prende anche in giro. Povero Diavolo!
 
Ricordo con simpatia la Città di Vetro. Lì tutto è di vetro: le pareti degli edifici, gli oggetti, le automobili e addirittura anche alcuni abitanti che con il tempo sono diventati di vetro a forza di stare lì. Così ogni cosa è alla vista di tutti. Non ci sono gli accordi segreti per vincere sugli altri. Non ci sono i ladri in azione. Anche i pensieri e le idee nella testa degli abitanti di vetro sono visibili. Gli abitanti della Città di Vetro vivono bene così. E non pensate che sia fragile quel vetro, perché è di una qualità molto resistente.
 
La Città Sommersa è una meraviglia. Molti anni fa questa città all’improvviso sprofondò nelle acque, per questo ora si chiama così, sennò prima si chiamava Città Non Sommersa. I pesci accettarono ben volentieri i nuovi abitanti precipitati. Però li misero a fare i lavori più brutti e faticosi, così i pesci se ne stavano liberi, leggeri e si godevano i cocktail di alghe, coralli e acqua di mare profondo: una bevanda squisita! Da qualche tempo su quelle acque si è aperta la “grande pesca” e i pesci pian piano stanno scomparendo, lasciando spazi della città vuoti.
 
 
Un giorno passai per la Città Errante. Non è segnata nelle cartine geografiche perché è sempre in movimento. La trovi solo con un colpo di fortuna durante il viaggio. Proprio per caso! Sulla Città Errante nessuno è proprietario di nulla. Perché gli abitanti sanno bene che sono lì di passaggio. Arrivi ed entri nel primo appartamento libero, come se fosse casa tua. Per muoverti si trovano macchine o biciclette in strada, si prendono per andare a destinazione e poi si lasciano lì perché altri le usino. Anche per i soldi, gli abitanti non lavorano per accumularli e nasconderli in cassaforte o in banca, ma sono lì per servirsene. Sono come i saluti “Ciao!” “Buongiorno” “Come va?”. Gratuiti, inesauribili e alla portata di tutti.
 
 
 
Spesso nei miei viaggi incontro lei.
Di solito quando la vedo mi tengo a una discreta distanza. Non posso farci nulla, sono timido.
Chissà se mi ha notato.
Chissà perché viaggia.
Chissà cosa cerca.
Chissà molte altre cose.
Voglio risolvere questo mistero.
Mi faccio coraggio e vado a presentarmi. È come partire per un altro viaggio.
 
Signor Robinson
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