La linea sottile La pittura di Marco Guazzarini.
Marco Grazzarini, si avvicina all’ arte attraverso la fotografia, passione acquisita dal padre.
Infatti le sue prime mostre, risalenti al 2015, sono di soggetto fotografico. Successivamente
amplia il suo percorso artistico frequentando gli atelier di noti a artisti, quali Alessandro Casetti,
Michele Pagano e Mauro Pipani. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in Italia e all’ estetro ed
ha esposto anche negli Stati Uniti, in particolare a Miami e a San Diego. Come egli stesso
afferma, le sue opere nascono dall’ inconscio; al risveglio, emergono immagini nella mente di
Marco, che annota, prima che il ricordo svanisca. La pittura di Marco Guazzarini, nasce da una
naturale attitudine ad osservare la realtà, ad assemblare gli oggetti ed a farli rivivere in una
dimensione fantastica e surreale, che si palesa ad ogni suo risveglio. L’ allure onirica è infatti
una caratteristica dei suoi dipinti, in cui dona poesia alle piccole cose di tutti i giorni. Nei suoi
quadri, ogni oggetto assume un alone di levità, in ambientazioni e sfondi singolari, con
un’atmosfera di tempo passato. Una delle caratteristiche della pittura di Guazzarini, è la linea
sottile. La linea sottile si ritrova in ogni sua opera, differentemente declinata, a seconda del
soggetto che viene presentato sulla tavola o sulla tela. La linea sottile, è anche la linea tra il
sogno e il risveglio, quel mondo segreto e imperscrutabile che a volte ci riserva meravigliose
sorprese e conserva un effetto di realtà che ci sorprende e stupisce. Da Klee a Dalì, fino al
Folon pittore, la linea sottile dona un effetto leggiero e surreale ai soggetti ritratti, quasi fossero
sul punto di essere sospesi a mezz’aria, elevandoli ad espressione della sensibilità dell’artista e
della fugacità del sogno e delle cose. Nel ciclo dedicato alla sartoria, ad esempio, gli oggetti
sono inseriti in ameni contesti che rimandano a momenti di vita, come le forbici nel vaso di vetro
nella natura silente “ Profumo dell’ estate.” Il ciclo dedicato alla sartoria, può essere inteso
anche come una metafora dell’attività dell’artistita. Marco Guazzarini infatti “confeziona” le sue
opere dalla a alla z; crea i suoi colori con le terre, prepara le tavole e le tele su cui dipinge,
fabbrica le cornici che completano i suoi quadri. Il suo studio è un piccolo mondo dove l’artista è
creatore della sua opera proprio come il sarto con la carta da modello, stoffa, ago e filo crea il
proprio vestito. Marco Guazzarini a volte interviene sulla tela con brevi frase vergate a matita
che indicano lo spirito del dipinto. Negli interni di Guazzarini, nelle sue originali nature silenti, vi
sono simboli che ritornano: il quarto di luna, il palloncino rosso, fili volanti, vuoi di un rocchetto,
vuoi di un ago con filo; questi segni minimalisti conferiscono una nota lieve e delicata al dipinto.
Spesso gli sfondi paiono preparati con le aniline, per l’effetto chiaro scuro e seppiato. I suoi
dipinti, frutto del risveglio, mantengono la singolare atmosfera di luoghi remoti. Nella
preparazione degli sfondi Marco si avvale anche di carte scritte stampate, che divengono parte
della composizione e contribuiscono all’ atmosfera vagamente polverosa e di luogo dimenticato
riemergente dalla memoria, custode di atmosfere passate. Lievi come i ricordi e le immagini del
dormiveglia, i dipinti di Marco Guazzarini serbano un’alito di dolcezza e velato mistero, come se
le cose avessero un’anima e fossero lì a ricordarci lo scorrere del tempo e la levità della vita.
Lia Briganti

La Linea Sottile
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